venerdì 29 giugno 2012

I francesi della Lactalis: lo scippo continua.

Il piano industriale presentato da Parmalat e Lactalis prevede la chiusura degli stabilimenti di Genova, Pavia e Como e così si sveglia il dormiente, forse, ma solo per qualche giorno, poi tornerà a dormire fino al prossimo scippo.

Genova - «La chiusura della Centrale del Latte di Genova è una scelta sbagliata e inopportuna da respingere con ogni mezzo a disposizione, per le conseguenze occupazionali dirette e per le ripercussioni sull’intero settore zootecnico genovese e sulle aziende locali dell’intera filiera lattiero-casearia ligure».

Villaguardia (Como) - Lo stesso problema si pone per la Carnini di Villaguardia, un marchio ed un’azienda locale acquisita dalla Parmalat ed ora sotto le ali di Lactalis, con la decisione di chiudere la produzione e la lavorazione del latte. Il latte non arriverà più nello stabilimento per essere lavorato e confezionato; arriverà il latte già lavorato, magari francese.

Quando si scrisse dell’arrivo dei francesi nella Parmalat, sembrava si formasse un gruppo italiano di imprenditori che, sostenuti da Unicredito, avrebbe dovuto cercare di mantenere italiana l’azienda, ma finì nel nulla. Ancora una volta fu dimostrata l’incapacità di tanti imprenditori e di una classe dirigente vecchia che sanno sopravvivere solo in un mercato protetto, privi di iniziativa, deboli, litigiosi, corrotti, ladri ed egoisti … .

Nel marzo 2011 si poteva leggere sui giornali:

" ... Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, ha risposto «mi auguro di sì» a chi chiedeva se ci fossero residue possibilità di successo per una ipotetica cordata italiana.

Il vicepresidente di Unicredit, Fabrizio Palenzona, ha detto di reputare ancora «importante» l'ipotesi di un'aggregazione fra il gruppo Ferrero e Collecchio. Palenzona, a chi gli chiedeva delle ultime mosse dei francesi, ha risposto: «Per me occorre preservare la filiera industriale dell'agroalimentare e del latte in Italia».

«Certamente - ha commentato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi - dobbiamo preoccuparci per quanto riguarda le attività strategiche come quelle relative all'energia o alla filiera agroalimentare. Quanto più sono filiere a forte valenza italiana tanto più possiamo pensare di irrobustire la nostra più complessiva indipendenza economica».

E Ferrero ha fatto sapere che «rimane interessata se matureranno le condizioni che lo rendono possibile». Nella vicenda Parmalat « Ferrero ha risposto con interesse e simpatia alla eventualità di un progetto industriale di lungo periodo di stampo italiano». Il gruppo piemontese, in sostanza, continua a guardare a Collecchio con un occhio rivolto all'evoluzione degli eventi. ...".

Ma era tutta una farsa. Si preoccuparono così tanto, guardarono tanto e pensarono troppo che sono stati immobili e non fecero nulla, mentre i francesi della Lactalis … 

Lo avevo qui già annotato nell'aprile 2011 (link).

Le conseguenze, prevedibili fin d'allora, oggi si vedono e temono: e si chiamano
CHIUSURA! 
Colpa della globalizzazione che passa e distrugge con qualche problema sull’occupazione diretta e dell’indotto. Ma non interessa a nessuno. E’ il mercato, si dice.

Si legge: «Le istituzioni locali devono difendere il proprio tessuto economico e lavorativo di uno stabilimento che funziona in modo efficiente»; «l'assemblea dei lavoratori dice no alla decisione comunicata di chiudere le produzioni in queste sedi ... ».

Mi auguro per chi ci lavora che non sia troppo tardi, ma ancora una volta si registra l'incapacità di quella che si continua a chiamare ... la classe dirigente, quella vecchia ed ingessata, che continua a sedere su troppe poltrone.

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