lunedì 17 dicembre 2012

C'era una volta, era il 1985 ...

Ho iniziato ad occuparmi di computer nel 1985, anche prima. In quell’epoca arrivarono nell’ufficio i primi ibm a schermo blu, poi l’olivetti M24 a schermo verde, senza disco fisso, solo con i dischetti 5 ¼, uno per il programma, l’altro per i dati (ne ho conservato alcuni).

Per lavoro ho imparato da solo le regole della programmazione studiando la notte, non perché io le applicassi – non era il mio compito – ma perché essendo addetto a scrivere l’analisi e le regole amministrative parte dei nuovi progetti, base per i veri programmatori che a loro volta avrebbero sviluppato l’analisi edp, dovevo capire il loro linguaggio per non farmi “fregare”. Mi fu utile.

Ho imparato a programmare utilizzando un commodore plus/4 col registratore a cassette; poi, anche a casa, il passo all’acquisto di un vero computer, ricordo ancora la marca: amstrad. Uno scatolone rispetto agli attuali.

Ho iniziato dapprima a programmare in basic, non in assembler, non ne avevo proprio voglia, poi in db3 col compilatore clipper. Quando arrivò access con visual basic e c++, abbandonai. Il mio lavoro non me ne dava più il tempo.

Nel 1998 iniziai ad interessarmi ad internet. L’abbonamento costava, poi sarebbe arrivata tiscali gratuita; a pagamento ovviamente solo il tempo usato .. di sera per la tariffa ridotta e non bloccare la linea telefonica.

Nel 1999 fu l’epoca dell’iniziazione alla chat: arrivarono c6 e icq, li usai entrambi. Li vedevo come strumenti per allargare i confini delle mie conoscenze soprattutto fuori dall’italia, visto che non avevo quasi mai viaggiato all’estero. Di quel periodo mi è rimasta tutt’oggi un’amica.

Nel 2002, quasi per scommessa, cominciai ad interessarmi di html, deciso a costruirmi un mio sito internet: ci riuscii. Ancora oggi ho un dominio mio con tutti i connessi, ma ora un po’ fermo; dovrei riprendere lo studio e c’è un altro paletto: oggi è così complesso e sofisticato che ci si dovrebbe avvalere di programmi di progettazione il cui costo è fuori dalla mia portata.

Nel 2004 scopro il blog, allora - per quanto all'epoca a me noto - poco diffuso in italia. Dopo aver letto un po’ sull’argomento, decisi di aprirne uno ed ecco splinder.

Obiettivo?
Scrivere ai giornali per aprire una discussione era del tutto inutile e così col blog cercavo una base, una piazza di confronto su idee, opinioni, … ma per il qualunque non ha proprio funzionato, interessava a pochi e probabilmente son pure da conciliatore del sonno. Ho forse un futuro come terapeuta degli insonni.

Sì, sono nati i blog del tipo grillo dove è impossibile un vero confronto, si può solo lasciare la propria riga fra i commenti che difficilmente troverà contradditorio. Non mi interessa.

Non è quello che mi aspettavo divenisse: una piazza di confronto e di contradditorio con tanti. Spesso è un diario finalizzato a se stessi; va bene così ed anzi tanti son pure ben curati ed interessanti, ma … cercavo una rete fatta di tanti singoli capaci – qualora servisse – di fare opinione. Di piccoli padroni non so che farmene.

Sono più volte stato tentato di mettere il mio blog nel congelatore. Ma in fondo, mi piace anche frequentarlo così ed entrare in quello di altri che di volta in volta ho incontrato ed incontro. E poi mi occupo del blog che ho aperto collegato alla lista politica locale con la quale ho concorso alle amministrative comunali del 2011.

Il blog mi ha fatto conoscere, in rete ed attraverso quanto scritto, opinioni e pensieri che mi piace leggere, con una eccezione al virtuale: per una scoperta affinità politica, ho conosciuto poi realmente una persona e la sua famiglia, siamo diventati amici, un’amicizia che mi auguro possa rimanere nel tempo. A volte accade.

Oggi c’è facebook, c’è twitter .. e tanti si sono gettati nella corrente accodandosi ai molti presenti. Obiettivo? incrementare il contatore degli amici: 1 .. 10 .. 100 … ma chi sono? rinunciando troppo frequentemente a vivere il rapporto vero con gli altri. Usare lo strumento, non essere usati dallo strumento.

4 commenti:

  1. Mi rendo conto, ogni tanto, guardandomi da lontano, che ll mondo virtuale ti divora e occorrerebbe farne un uso appropriato e limitato...complimenti per la tua tenacia ed ora vado ad occuparmi di vite vere! Ciao

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    1. ecco, di quelle [le vite vere] non ci dobbiamo dimenticare lasciando il virtuale allo spazio comunque utile, ma impersonale. Ciao

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  2. Pensa che mio marito aveva eseguito un corso IBM .... il "cervello" era contenuto dentro un palazzo d'epoca a più piani. La prima calcolatrice Freedman che usai io nei primi anni '60 era grande come un armadio, la fotocopiatrice se non chiudevi le imposte a buio pesto il foglio risultava illeggibile ... insomma siamo molto più vecchi di te! Buon Natale!

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    1. Sembra di sì, leggendo i tuoi ricordi. Non vorrei però assistere alla concretizzazione dei racconti fantastici che videro il mondo futuro dominato da un grande fratello e da macchine con gli uomini servi anche nella mente.
      Il timore è che siamo noi stessi che ci spingiamo verso quella fantasia [il progresso, la scienza, la globalizzazione, lo sciempio del territorio ... ti dicono qualcosa?] e quando ce ne renderemo conto sarà tardi.
      Buon anno.

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